- shelters, new york city, 2003 -
Rifugio come
fuga a protezione.
Visto da dentro.
Tre possibili linee interpretative, tre possibili linee espositive.
Allora il rifugio è il dentrodisé: la penombra, spazio sacro per
la ragione, addolcisce pena e paura.
O il rifugio è la realtà altra, quella materiale (il dovecis’incontra,
abitudini e stordimento) o quella
immateriale (spazi di luce salvifica, astrazioni
di materia pura).
Visto da fuori.
Una sola possibilità: l’involucro di mattoni e tegole, il
muro, le finestre, negazioni d’uscita.
Ma il rifugio, infelice baluardo quadrato, è falso: legittimo è
falsificare (il colore).